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CICERONE COSA VEDERE

Brindisi e le sue meraviglie: dalla città all’archeologia

Area archeologica Schiavoni

In questo viaggio ci ritroveremo a Brindisi, città tra le più popolose del Salento, nota per il suo porto naturale e per essere un punto strategico in virtù del suo porto e dell’aeroporto che ivi ha sede. Situata a circa quaranta chilometri dalla Valle d’Itria e a quaranta chilometri da Lecce, il territorio di Brindisi è pianeggiante ed è bagnato dal Canale Reale, il quale sfocia nella bellissima area marina protetta di Torre Guaceto.

Brindisi tra archeologia e bellezze paesaggistiche naturali

Il nostro viaggio a Brindisi prende il via dalla scoperta di parte dei suoi tesori archeologici; siamo venuti, infatti, a visitare l’area archeologica di San Pietro degli Schiavoni. Quest’area è sottostante al centralissimo Teatro Verdi e il suo nome è tratto appunto dal quartiere centrale in cui è situata. Il Teatro Verdi – inaugurato il 12 novembre 2002 ma fruibile fattivamente dal 2006 – è uno tra i più imponenti del Mezzogiorno. Esso dispone, infatti, di 1246 posti a sedere, di cui 800 in platea. Il teatro è sospeso sugli scavi archeologici e ciò rende l’area incredibilmente suggestiva. Attraverso un pavimento di cristallo è visibile una parte degli scavi.

Area Archeologica Schiavoni
Foto di Antonella Marchisella ©

In questa zona archeologica è possibile ammirare elementi e reperti di epoca romana di pregio e interesse storico. Arriviamo nel primo pomeriggio e veniamo accompagnati all’interno dalla guida preposta. La nostra visita dura circa un’ora. Dopodiché ci spostiamo presso un’altra meraviglia del territorio di Brindisi: il Museo archeologico provinciale Ribezzo, nuovamente fruibile dal 2009 a seguito di lavori di ristrutturazione. Ai suoi albori, questo museo prese vita grazie alle donazioni di collezionisti locali. A partire dal 1911 fu Pasquale Camassa a ricoprire l’incarico di direttore onorario del museo.

La nuova sede del museo

Nel 1934 fu proposta l’istituzione di una nuova sede per il museo, da ricavare nell’area in cui furono abbattute alcune abitazioni fatiscenti intorno al Tempio di San Giovanni al Sepolcro. Nell’ambito di questi lavori vennero rinvenute notevoli testimonianze archeologiche; ritrovamenti documentati dall’avv. Gabriele Marzano. Quest’ultimo divenne in seguito direttore onorario del Museo e restò in carica fino al 1980. Il bellissimo museo ospita al suo interno anche ritrovamenti subacquei del litorale brindisino.

Antonella Marchisella visita la colonna romana a Brindisi
Antonella Marchisella davanti al capitello della colonna romana di Brindisi custodito all’interno di Palazzo Granafei Nervegna della città ©

Palazzo Granafei-Nervegna: interni da sogno

Il bellissimo Palazzo Granafei-Nervegna – nel centro di Brindisi – è databile 1565 nella sua struttura primigenia. La proprietà in quegli anni è di Nicolò Granafei. I Granafei sarebbero stati originari di Costantinopoli, successivamente trasferiti a Brindisi. La proprietà del palazzo passò ai Nervegna nel XVIII sec. Questi ultimi erano originari di Ortona. La famiglia Granafei, trasferitasi a Mesagne, vendette il palazzo ai fratelli Giuseppe e Luigi Nervegna nel 1862.

Palazzo Granafei Nervegna
Palazzo Granafei-Nervegna a Brindisi – Foto di Antonella Marchisella ©

Il magnifico palazzo si caratterizza di uno stile rinascimentale e influenze barocche ravvisabili soprattutto sui balconi in pietra. Alla morte di Luigi e Giuseppe Nervegna nel 1908, il palazzo passerà dapprima nelle mani del figlio di Giuseppe, Oscar Maria Nervegna e in seguito sarà venduto.

Interni di Palazzo Granafei Nervegna a Brindisi
Interni di Palazzo Granafei-Nervegna – Foto di Antonella Marchisella © 

La facciata principale si compone di decorazioni e finestre, nonché un portale che racchiude in una cornice l’arma araldica del casato. Attualmente il palazzo custodisce nella sua “Sala della Colonna” il capitello e altri elementi originali della colonna romana di Brindisi. Inoltre, in alcuni locali del pianterreno e nel giardino posteriore procedono gli scavi archeologici.

Brindisi e le sue meraviglie: dalla città all’archeologia ultima modifica: 2022-11-28T15:42:15+01:00 da Antonella Marchisella

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