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Stalking, fenomeno in crescita. Intervista ad Antonio Russo

Giornata Contro Violenza Di Genere

In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne che si celebra il 25 novembre parliamo di un fenomeno sociale chiamato stalking. Di esso si parla poco nonostante i dati raccolti siano eclatanti e ci fanno capire che è in continua crescita. Difatti si discute di esso solo quando ci si trova di fronte a casi eclatanti che sfociano in omicidio. Su questa tematica il criminologo e avvocato Antonio Russo ha pubblicato un libro dal titolo “Stalking, sconfiggerlo si può!” edito dalla nota casa editrice I Quaderni del Bardo di Stefano Donno. Questo saggio non è solo un progetto editoriale, ma anche un esempio chiaro di impegno politico e non partitico da parte dell’autore. È un valido libro ricco di consigli, testimonianze e spunti di riflessione. Offre un approfondimento giuridico sull’evoluzione della normativa vigente finora e analizzata in maniera approfondita in modo da farne emergere le criticità e l’evoluzione lenta.

Che cos’è lo stalking

Di stalking e violenza di genere parliamo in questa intervista con Antonio Russo volta a sensibilizzare su tematiche molto delicate di cui si dovrebbe parlare in tutti i giorni dell’anno. Dal suo libro è tratto un film ideato dal direttore artistico e produttore cinematografico Antonio Cirillo con la regia di Massimiliano Tedeschi a la fotografia Fernando Vecchini. Sarà proiettato nelle sale cinematografiche nel corso del prossimo anno.

Quanto è importante e necessario scrivere di “stalking” oggi?

La parola “stalking” significa letteralmente “fare la posta”. Lo stalking è entrato a far parte del nostro ordinamento con il Decreto Legge 23 febbraio 2009, n. 11 (convertito in Legge 23 aprile 2009, n. 38). Quest’ultima è stata integrata dall’art. 612 bis c.p. Con questo termine si fa riferimento agli atti persecutori, alle telefonate e/o sms di minacce e insulti, comportamenti ossessivi per attenzioni non richieste, appostamenti fuori sul luogo di lavoro o sotto casa, danneggiamenti intenzionali a cose di proprietà. In Italia le leggi per punire lo stalking ci sono ma non vengono applicate malgrado le denunce e gli appelli di aiuto delle vittime. Spesso le leggi sottovalutano la gravità degli eventi.  A ciò si aggiunge la lentezza della burocrazia. È importantissimo parlarne sempre per fare prevenzione, informazione e sensibilizzazione. Pertanto lo si fa partendo dalle scuole secondarie. Non bisogna attendere date come il 25 novembre e l’8 marzo perché la “violenza non va mai in vacanza”.

Antonio Russo
L’avvocato e criminolgo Antonio Russo

Lo stalker e le sue vittime

Perché si diventa stalker?

Lo stalker può essere un collega, un ex-partner, un conoscente, un soggetto totalmente estraneo alla vittima. Spesso lo stalker agisce per recuperare il rapporto precedente perso o per vendicarsi. Dato che la violenza non conosce sesso, non ha religione di appartenenza, non ha ceto sociale, né un’età specifica, si può dedurre che “tutti”, potenzialmente, possono maturare una personalità violenta. Pertanto “tutti” potenzialmente, possono maturarne una non violenta.

Chi sono le potenziali vittime?

Le donne sembrano il soggetto-bersaglio preferenziale in quanto “donna”. Sembra così riaffacciarsi una mentalità antiquata e obsoleta che rievoca l’antichità. Si fa riferimento a un’era in cui la donna era considerata “un oggetto” o una proprietà al pari del bestiame o di un terreno. A volte il motto di alcuni uomini mia o di nessuno ritorna prepotente. Quest’ultimo rende la vita delle donne pericolosa. In molti casi lo stalker attua la sua condotta di pedinamento, appostamento, invasione, controllo e minaccia perché non riesce a tollerare l’interruzione della relazione. Difatti è incapace di gestire e tollerare la separazione. Le vittime cercano di resistere fino allo sfinimento fisico e psicologico. Si tende ad annullarsi. Spesso infatti ci si ammala e ci si considera sbagliate e in torto. La drammaticità di questa riflessione fa capire quanto sia necessario e urgente intervenire. In primo luogo lo si deve fare culturalmente. La vittima tende a sentirsi in gabbia. Pertanto ha paura di uscire di casa. Fa inoltre fatica a instaurare nuove relazioni.

Un fenomeno sociale in continua crescita

Quanto e in che misura le nuove tecnologie favoriscono questo fenomeno?

Con la nascita dei social network quali Twitter, Linkedin, Facebook e Instagram l’informazione e la comunicazione hanno subito importanti mutamenti. Questi incidono in maniera rilevante sulla vita sociale. Hanno certamente amplificato la tematica della violenza di genere, sulle donne, lo stalking, il bullismo. Hanno permesso a molte vittime di aprirsi, di raccontare la loro triste vicenda e di avere la forza di chiedere aiuto. Oggi i social sono strumenti sempre più attivi ed efficaci per sostenere le campagne anti-violenza e per testimoniarle in tutto il mondo e “fare rete”.

Come suggerisce il titolo del suo libro “Stalking, sconfiggerlo si può!”, i casi di stalking hanno un lieto fine?

Stalking, Libro di Antonio Russo
Libro di Antonio Russo

La mancanza di prevenzione e l’assenza di tutela verso le vittime le sta portando a non denunciare. Le vittime hanno paura per la loro incolumità e quella della loro famiglia. Attualmente assistiamo al paradosso dell’allontanamento dei figli strappati oltre alle violenze istituzionali. Lo stalking si può prevenire con una buona campagna di sensibilizzazione. Quest’ultima deve fare uso di un linguaggio non violento che riponga fiducia nelle istituzioni. Bisognerebbe inoltre integrare alcuni punti del codice rosso.

Consigli e spunti di riflessione sullo stalking

Quali consigli darebbe a una vittima di stalking?

Chi è vittima di stalking deve evitare qualsiasi contatto con lo stalker. Questo è infatti un punto di partenza di fondamentale importanza. Inoltre non bisogna chiudersi in sé stessi ma parlarne con tutti, dai familiari, ai parenti, alle forze di polizia, alle associazioni presenti sul territorio. Non bisogna avere paura perché lo stalker si nutre proprio della paura della vittima e dell’omertà. Pertanto le vittime devono mostrarsi ferme nella propria decisione di chiudere la relazione. Non devono mostrare alcun dubbio in merito. L’ideale sarebbe razionalizzare i primi segnali d’allarme che spaziano dallo schiaffo agli epiteti verbali, al controllo del cellulare. Il riconoscimento di queste circostanze sarebbe un primo passo verso il cambiamento in senso positivo del proprio status di vittima. Questi campanelli sono presenti all’interno di una “relazione malata”.


Dal suo libro si stanno realizzando le riprese del film omonimo prodotto da Antonio Cirillo che sta riscuotendo innumerevoli consensi. Come si sta rivelando questa esperienza?

Il mio libro dal titolo “Stalking, sconfiggerlo si può!” sta diventando una pellicola cinematografica. Probabilmente sarà proiettato nelle sale cinematografiche nella primavera del 2023. Sarà un film molto toccante. È incentrato su una storia vera che parte dal classico matrimonio felice per poi sfociare nella violenza. Tratta tutte le sfaccettature della violenza di genere.

Stalking, fenomeno in crescita. Intervista ad Antonio Russo ultima modifica: 2022-11-25T09:00:00+01:00 da Mariangela Cutrone

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