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GUIDE INTERVISTE

Scrivere per esprimere sé. Intervista ad Alessandra Minervini

Scrittura Di Alessandra

ll mestiere dello scrittore non è per nulla semplice e scontato. Difatti scrivere è una forma artistica in cui inevitabilmente si mette a nudo la propria anima. Richiede molta concentrazione e la capacità di osservazione interiore ed esteriore. Attraverso la scrittura diamo sfogo alla parte più profonda e introspettiva di noi stessi. Spesso e volentieri nei confronti di essa si prova vergogna o astio. La non accettazione di questa infatti non ci consente di dare libero sfogo ai liberi pensieri e riflessioni. La scrittura del sé è un’ottima ancora di salvezza per mettere nero su bianco ciò che sentiamo. Si può infatti partire dalle emozioni più intense per giungere ai ricordi che sono ancora vivi nella propria mente. Pertanto scrivere ci consente di rivivere momenti indelebili. Ci permette inoltre di godere del fascino di tutte quelle “prime volte” che solleticano la nostra curiosità e delle quali non possiamo fare a meno di cibarci.

Una guida pratica e semplice per scrivere

Nel suo libro “Una storia tutta per sé- Raccontare sè stessi per essere (più) felici” de Les Flaneurs Edizioni l’editor e writer coaching pugliese Alessandra Minervini fornisce consigli, suggerimenti pratici, aneddoti. Questi sono utili per intraprendere l’esperienza dell’auto-narrazione senza stress e problemi. La sua è una guida preziosa per chi ama la scrittura e per chi è alla scoperta della propria storia da mettere “nero su bianco”. Nasce dai percorsi intrapresi durante gli otto anni di vita del laboratorio autobiografico “Una storia tutta per” organizzato in diverse città italiane. Del mestiere dello scrittore e degli strumenti preziosi per intraprendere l’esperienza dell’auto-narrazione conversiamo con Alessandra Minervini in questa intervista.

Perché si decide di scrivere di sé? Quali sono le principali motivazioni che ha riscontrato anche nel corso degli anni di laboratori di scrittura che ha tenuto in tutta Italia?

Si scrive di sé quando si ha qualcosa da raccontare. Si ha qualcosa da raccontare quando si osserva. L’osservazione narrativa infatti funziona nella doppia accezione, ossia interiore ed esteriore. Guardarsi dentro per guardare fuori e viceversa. Difatti quando si scrive la propria vita la si osserva. Ma poi come scrivere ciò che si osserva? Per farlo bisogna sapere benissimo cosa si sta osservando. Questo gesto di concentrazione massima sulla propria vita consente a chi scrive di sé di ragionare su ciò che è accaduto. Quindi di dare nuove strade a una strada già battuta. Si decide così di scrivere di sé perché si ha da un lato voglia di rivivere alcune cose. Oppure di mostrare che si è stati al mondo, usando il potere di testimonianza narrativa. In entrambi i casi scrivere di sé è un modo per dare spazio a nuove (vecchie) esistenze.

Scrittura

Immaginare per scrivere

Da dove si trae l’ispirazione per scrivere?

Da tutto e da niente. Nel mio libro, per esempio, ci sono alcuni capitoli dedicati alle “Verità eterne”. Quest’ultime vogliono essere punti di ispirazione per chi legge. Sono capitoli affidati al racconto della scrittura di grandi autrici e autori. Tra cui Gabrielle Sidonie Colette, la cui scrittura percettiva e autobiografica è particolarmente ispirante. La sua ampia bibliografia lo dimostra. Colette diceva che tutto ciò che si scrive, accade. Questa è la verità eterna che Colette ci lascia in consegna. E che consiglio di leggere come una preziosa fonte di ispirazione.

Una Storia Tutta Per Se

Scrivere come mestiere

Il mestiere dello scrittore è davvero faticoso come sostiene Flannery O’Connor?

Secondo  Flannery O’Conner scrivere è un mistero. Quando si immagina una storia non serve scervellarsi troppo sul far tornare tutto perfettamente. È infatti importante concentrarsi sul mistero del personaggio, della voce, della trama. Questo rende la fatica di scrivere non meno faticosa ma almeno meno inutile. L’habitus della scrittura interviene sull’intera personalità di chi scrive. Pertanto è un dato di fatto e come tutte le abitudini deve mettere radici profonde. Va coltivato nel tempo mediante l’esperienza. Insegnare a scrivere, in generale, consiste soprattutto nell’aiutare a sviluppare quest’habitus, provando meno fatica.

Quanto il proprio passato e quindi la memoria di esso è utile in fase di narrazione?

Non si può scegliere con esattezza un ricordo, come non si può scegliere con troppa premeditazione ciò che si scrive. Ma si può scegliere come scriverlo e per chi si scrive. Difatti esiste un solo modo creativo per farlo. Occorre sviluppare una vivace empatia verso il mondo. La stessa che ogni volta mi commuove leggendo L’opera struggente di un formidabile genio di Dave Eggers: «Ho la sensazione che se non si è in qualche modo ossessionati da se stessi si rischia di essere noiosi. Vorrei salvare e conservare tutto, ma allo stesso tempo vorrei anche che tutto sparisse, incapace come sono di decidere se è più romantica la conservazione o il decadimento». Il suo mondo è tutto lì. È infatti nell’incessante esplorazione dei recessi più oscuri della casa stregata che è diventato il suo cervello, nel castello dei fantasmi che popola la sua memoria. È questo un romanzo biografico nella misura in cui l’autore desidera che sia biografico. Leggere, per credere.

Consigli per giovani scrittori

Che ruolo ha l’immaginazione nella scrittura del sé?

L’immaginazione aiuta la memoria a renderla risorsa narrativa. Nel mio libro ci sono molti esercizi legati all’immaginazione. Alcuni di essi sono svolti da ex allievi e allieve. Quest’ultimi hanno allenato e misurato l’immaginazione attraverso ricordi ed esperienze passate. I risultati sono eccellenti.

È vera la credenza secondo la quale un “bravo scrittore” deve essere anche un “grande lettore”?

Sì. Senza dubbio.

Come superare il famigerato “blocco dello scrittore”?

Leggendo il mio libro oppure cominciando un percorso di scrittura personalizzato, o un laboratorio sulla narrazione.

Scrivere per esprimere sé. Intervista ad Alessandra Minervini ultima modifica: 2022-03-08T11:23:01+01:00 da Mariangela Cutrone

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Julieta B. Mollo

Molto interessante 😊

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